Le serve (The Maids)

4
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All the world’s a stage, and all the men and women merely players. They have their exits and their entrances, and one man in his time plays many parts…; this is a quotation from Shakespeare in As You Like It.

Jean Genet takes up the theme of the “double” and focuses his own play on the thin line between reality and fiction, being and appearance.

The source of inspiration of The Maids was the double murder of a Lady and her daughter by two girls in 1933, a newspaper story that impassioned French public opinion of the time.

Claire and Solange, the protagonists Genet’s play, are two sisters who live in constant emotional tension, alternating between love and hatred toward their mistress: they love her because they dream to be like her and hate her because the lady represents the same society that rejects them.

Every night in the solitude of the house, when she is away, they steal her clothes and act a kind of theatrical ceremony, where one of them plays the role of the Lady and the other that of the servant who tries to kill her.

So the play presents the delirium of despair two frustrated women who live in a state of captivity in which time seems immobile and suspended and the incessant repetition of the same actions becomes a cage.

The only pleasure for them is  the macabre staging which is played out every night, including the wearing of the clothes of their mistress, strutting in luxurious dresses,  and venting their anger in the roles of victim and perpetrator. But fiction and reality are easily confused and the two women eventually become victims of their own obsessive and perverse games.

In this show the concept of “Metatheatre” (so dear to Pirandello), is very clear; this is the game of theater that emphasizes the very nature of life as a fictional scene.

The show looks like a window on society, in that it presents a continuous blend of illusion and reality of which we are all unconscious victims.

The protagonists perfectly play the role of two outcasts, two women rejected by society who take refuge in their sad theater consisting of fiction and latent anger. Madame does an excellent job of playing the role of Mrs. Haughty, who is spoiled and high bourgeois and well integrated in the society.

The Maids,” explains the director, “is a fairy tale becomes a cursed and unbearable ritual, like everything that tries to reveal the profound violence that lives within us and determines our culture, our psychology, our existence. It is a ceremony, as is often repeated in the text: is celebrated addiction, hatred, envy, violence and sensuality of the interchangeability of roles. It is a black mass, an invocation of the sensual power, a physical undressing together, a sad moral and social development”.

 

 

«Tutto il mondo è una scena e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite come le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti…»; questo citava Shakespeare in un celebre monologo di “As you like it”.

Jean Genet riprende il tema del “doppio” e incentra la sua pièce proprio sulla sottile linea che separa realtà e finzione, essere e apparire.

La fonte d’ispirazione de Le Serve fu il duplice omicidio di una Signora e di sua figlia da parte di due serve nel 1933, fatto di cronaca che appassionò l’opinione pubblica francese dell’epoca.

Claire e Solange, protagoniste dell’opera di Genet, sono due sorelle che vivono in una continua tensione emotiva, un alternarsi di amore e odio verso la loro ricca padrona: la venerano perché sognano di essere sofisticate come lei e la odiano perché la Signora rappresenta la stessa società che le rifiuta.

Ogni notte nella solitudine della casa, quando lei è assente, rubano i suoi vestiti per recitare una sorta di cerimonia teatrale, in cui una di loro interpreta il ruolo della Signora e l’altra quello della serva che tenta di ucciderla.

Viene rappresentato il delirio della disperazione di due donne frustrate che vivono in uno stato di prigionia in cui lo scorrere del tempo sembra immobile e sospeso e il ripetersi incessante delle medesime azioni diventa una gabbia . L’unico piacere per loro è rappresentato dalla macabra messinscena che recitano ogni notte, indossando i panni della loro padrona, pavoneggiandosi in abiti di lusso e sfogando a turno la loro rabbia in un rapporto di vittima e carnefice. Ma finzione e realtà si confondono facilmente e le due donne diventano alla fine vittime dei loro stessi giochi ossessivi e perversi.

In questo spettacolo il concetto di Metateatro (tanto caro a Pirandello), viene reso con estrema chiarezza, il gioco del teatro nel teatro che mette in rilievo la natura estremamente finzionale della vita come della scena.

Lo spettacolo appare come una finestra aperta sulla società, che richiede uno sfrenato bisogno di apparire per poter essere, in un continuo mescolarsi fra illusione e realtà di cui siamo tutti vittime inconsapevoli.

Le due protagoniste riescono perfettamente a intrepretare il ruolo di due reiette, due donne sconfitte e rigettate dalla società che si rifugiano nel loro triste teatrino fatto di finzione e rabbia latente. Madame interpreta bene il ruolo della signora altera, viziata e alto borghese, ben inserita nella società dell’epoca.

«Le serve, spiega il regista, è una favola che diventa un rituale maledetto e insopportabile, come tutto ciò che cerca di svelare la violenza profonda che vive in noi e determina la nostra cultura, la nostra psicologia, la nostra esistenza. È una cerimonia, come si ripete spesso nel testo: vi si celebra la dipendenza, l’odio, l’invidia, la sensualità della violenza e l’interscambiabilità dei ruoli. È una messa nera, un’invocazione sensuale del potere, un denudamento insieme fisico, morale e sociale».